Chi è Geoffrey Blum?

di Alberto Becattini

Può un ottimo "filologo disneyano" dimostrarsi anche un valente sceneggiatore? Non necessariamente, crediamo, poiché scrivere saggi è molto diverso dal creare trame. Nel caso di Geoffrey Blum, tuttavia, queste due dimensioni convivono al meglio.

PROFESSORE MANCATO, DISNEYANO NATO
Blum nasce a New York "nel secolo scorso" (e tanto basti, nel rispetto di una privacy cui egli tiene moltissimo), ma cresce in Giappone, per motivi familiari. Tornato negli Stati Uniti, Geoff si stabilisce in California, laureandosi all'Università di Los Angeles e fa apprendistato per diventare professore di letteratura britannica. Geoff mostra la sua abilità in diversi campi: marketing, pubbliche relazioni, stesura di testi tecnici, ma il suo destino è altrove. Nei fumetti.

"Scrivo storie a fumetti da quando avevo sette anni", ricorda Blum, "ma solo una fu pubblicata, in un giornale della scuola". All'inizio degli anni Ottanta, insieme con un altro appassionato cultore di comics, Tom Andrae, Blum mette insieme un'antologia di articoli ed interviste con grandi disegnatori e animatori. L'opera viene proposta alla Another Rainbow Publishing di Bruce Hamilton, che ha già avviato la pubblicazione della Carl Barks Library (ovvero, l'intera opera disneyana del Maestro dell'Oregon). Hamilton, pur non manifestando grande interesse al volume di Blum e Andrae, riconosce il loro talento come saggisti e, nel 1983, invata entrambi a contribuire alla Library.

TREDICI ANNI DI GLADSTONE
Nel 1985, Hamilton fonda la Gladstone Publishing, che riedita gli albi disneyani. Blum è associate editor e, dalla sua casa californiana, lavora per Gladstone, che ha sede in Arizona. Scrivere articoli a corredo delle storie di classici autori quali Barks e Gottfredson, seleziona e poi traduce e/o adatta le storie disneyane di origine non americana. Nel 1990 la Disney decide di gestire in proprio la pubblicazione degli albi ma, dopo tre anni, li cede nuovamente alla Gladstone, e Blum è di nuovo al suo posto. Alla fine del 1998, purtroppo, Disney e Bruce Hamilton non rinnovano il contratto, e i comic books disneyani non vengono più pubblicati (a tutt'oggi, le pubblicazioni non sono riprese). Per un po' Blum si occupa di libri rari, ma il suo più grande desiderio è di lavorare con i personaggi Disney.

UNA STREGA "IN RETE"
Si rivolge pertanto alla Egmont, dove conosce Byron Erickson, con il quale ha collaborato alla Barks Library e ad altri progetti. In mente ha una storia sulle streghe. "L'idea iniziale era di fare una satira della magia al femminile, e mi era venuta molto tempo prima del successo televisivo di Charmed [in Italia, Streghe, al debutto negli USA il 7 ottobre 1998, n.d.r.]. Stavo leggendo un articolo di Zsuzsanna Budapest, una nota esperta di magia, e cominciai a pensare a una storia con Amelia. Arrivai fino al punto in cui usa la magia bianca per irretire gli impiegati di Zio Paperone ed entrare nel deposito. Solo dopo ho collegato questo spunto all'aspetto relativo a Internet, che considero una grande innovazione, ma alla quale continuo a guardare con sospetto. Del resto, pensandoci bene, magia e Internet hanno molto in comune".

Nasce così la prima storia sceneggiata da Blum, Uncle Scrooge--World Wide Witch (disegnata da Branca è ospite in questo ZP con il titolo di www.strega).

DA AMELIA A BARKS INEDITO
Amelia è uno dei personaggi preferiti da Blum. "Potrei scriverne i dialoghi mentre sto dormendo", dichiara l'autore americano. "Siamo entrambi degli outsiders creativi e tendenti alla drammatizzazione, ed entrambi lavoriamo per conto nostro, ai margini di una società nella quale ci avventuriamo solo quando abbiamo bisogno di qualcosa. Forse anche Amelia, ogni tanto, lascia il suo laboratorio per rifornirsi di cibo e di CD, come faccio io. Inoltre, stiamo molto bene vestiti di nero". In realtà, Blum mette sempre molto di sé nelle sue storie e nei personaggi. Anche se non ha un gran feeling con Paperino.

"È troppo normale per i miei gusti, troppo adattabile. Zio Paperone e Amelia sono caratteri forti, padroni del proprio destino, mentre Paperino è più che altro una vittima. Così quando scrivo una sua storia, metto l'accento sui suoi 'torturatori'--Paperone, Gastone, Paperina, il Sindaco, i media--e il risultato è spesso una sorta di satira sociale".

Come in Race for the Golden Apples, consegnata da Blum nel maggio 2002, che certo creerà grande attesa fra gli appassionati. Una storia con lo stesso titolo era infatti stata realizzata da Barks per WDC&S n. 144 del settembre 1952, ma era stata scartata e poi addirittura perduta. Ne restava solo il ricordo di Barks, che la descriveva come "una rivisitazione moderna del mito di Atlanta e delle mele d'oro".

A tutt'oggi, Geoffrey Blum ha sceneggiato una dozzina di storie, tutte con i paperi. Fra queste c'è Powerplay on Killmotor Hill, venti tavole disegnate dall'italiano Massimo Fecchi, ispirate al soggetto di Barks del 1955 per un cartone animato mai messo in produzione.

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First published in Zio Paperone, No. 158 (November 2002), pp. 46-48.

 









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